Il Massaggio “Doloroso”

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TBSTGJY2Il massaggio “doloroso”

(Non sparate sul……terapista)

ILLSLICK – Beautiful Pain

Quando si esegue un lavoro di scioglimento della muscolatura contratta, purtroppo, si induce dolore al ricevente.

Ben inteso, non è un dolore di allarme, del tipo <fermati altrimenti si spezza qualcosa>, ma bensì è il riflesso nervoso di un muscolo che nella sua nuova conformazione, anche se “insana” perché contratta, “trasmette al proprietario segnali di cambiamento per cause esterne” rispetto all’ultima situazione adattatasi.

Certo questo muscolo potrebbe usare qualche altro segnale, che so’, una suoneria, una vocina, un SMS, niente, lui lancia dolori e basta.

All’inizio il ricevente si spaventa e, come quando ad esempio si tocca la piastra incandescente del ferro da stiro, spicca un salto di 2 metri all’indietro mentre il povero operatore, costernato, deve con pazienza spiegare che lui mica vuole torturare, ma per ottenere il riposizionamento naturale del muscolo non può non far male, altrimenti sarebbe un “massaggino relax” e non certo un decontratturante.

L’operatore chiaramente deve avere, primo, la capacità di spiegare il meccanismo fisiologico al fine di tranquillizzare la razionalità del ricevente e secondo, l’abilità di dosare la dolorosità in base alla tolleranza ed alla velocità di recupero richieste dal ricevente stesso.

Nella assoluta maggioranza dei casi si rispetta l’equazione :

< più dolore = più velocità di risoluzione >.

E’ chiaro che in ogni caso ci debbano essere dei limiti all’azione. Pur trovandosi di fronte ad una capacità di tolleranza del dolore altissima, ma che per sopportare il «supplizio» comportasse una contrazione ripetuta e molteplice dello stesso e di altri distretti muscolari, la persistenza ai limiti non rappresenterebbe allora un lavoro esemplare.

Questo “effetto collaterale” è comune dei massaggi decontratturante, neuromuscolare, connettivale e mio-fasciale.
Come sempre di tutte le discipline bio-naturali, il buon senso, la buona pratica e la sensibilità dell’operatore, prevalgono per raggiungere il “miglior risultato possibile” auspicato dal ricevente. (cosa che sarebbe gradita anche negli altri ambiti della società, ma questa è un’altra storia!)

La sensibilità, ecco la parola magica : esistono migliaia di corsi, di seminari, di stage che insegnano le più disparate e variegate tecniche, ma la sensibilità non si impara. Certo la si può coltivare con umiltà e farla crescere ma non è cosa che si trova scritta in un libro, in un filmato, in un protocollo pronta da imparare a memoria.

deep-tissue-massage1-654x435Il massaggio decontratturante è sicuramente doloroso, ed il buon operatore, ricco non di chissà quale strato-super-mega tecnica, ma della qualità di ascolto, saprà sicuramente accordare l’intensità di lavoro alla capacità di accoglienza del ricevente al fine di rendergli il miglior benessere possibile nel tempo ragionevolmente più breve.

Inoltre l’operatore raccomanderà la pratica di bere abbondantemente prima e dopo il trattamento, di alimentarsi il più possibile di cibi crudi e ricchi di acqua, e nel caso di posture errate e/o ripetitive nell’arco della giornata, di operare prontamente cambiamenti ogni volta che il corpo mandi messaggi di fastidio e disagio.

Risultano inoltre consigliati il movimento, la dolce tonificazione e lo stretching mentre controindicati l’immobilità, la sedia, il divano e le posture scorrette.

Il perché si arrivi ad avere un muscolo contratto in modo cronico e quale principio sussista alla base di tale evento sarà argomento di un prossimo specifico articolo.

Per non cadere però nell’equivoco è opportuno precisare che la caratteristica del dolore “decontratturante” è quella sì di sofferenza, ma che si accompagna ad una vaga sensazione di piacevolezza conseguente alla percezione delle fibre muscolari di :   < “liberazione da una ruvida corda legata stretta”>.

In conclusione è doveroso puntualizzare come la dolenza del trattamento sia l’unico effetto collaterale, se così vogliamo chiamarlo, da doversi sopportare al contrario di “altre pratiche cruente ed invasive”, per ad esempio raddrizzare una “schiena stregata”, accomodare una gamba “sciatalgica”, sbloccare una spalla “inchiodata”, liberare un collo incastrato, affrancarsi dal mal di testa e dalla cervicalgia, restituire forza ad una mano “diventata debole” e ….. quotidianità del genere che ognuno valuti quanto presenti e pesanti nell’insieme della qualità della vita!

coda   A beautiful life – Tim McMorris

XOI = Centro Studi Olistici Ippocrate

Autore articolo

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