In questi tempi moderni la sofferenza della schiena la fa da padrona in tutte le categorie sociali, operai impiegati, casalinghi, manager, studenti, sportivi, insegnanti, sanitari senza esclusione alcuna.

La schiena inoltre per merito della sua sofisticata architettura può presentare dolore in più distretti, lombare, dorsale, cervicale con annessi ulteriori fastidi come sciatalgie, brachialgie, e tutte le infiammazioni nervose connesse e collegate.

In questo articolo desidero focalizzare l’attenzione sulla comunemente detta “cervicale” o meglio cervicalgia, la sofferenza generica del distretto che parte dalla base fino alla estremità superiore del collo.

Le cause di questa sofferenza possono essere molteplici, come facilmente rilevabile dai testi di medicina, ma spesso accade che, temendo chissà quale recondita e misteriosa  eziologia, o si tralasci l’attenzione dalle cose più semplici oppure ci si lanci sui più veloci e pratici trattamenti sintomatici, che altrettanto celermente svaniranno nell’effetto.

E’ chiaro che se devo affrontare un viaggio, o un esame o un colloquio o un azione inderogabile, la cosa più sensata sia assumere un antidolorifico con lo scopo di permettere la gestione a buon fine della stessa, ben sapendo però che non sono andato a curare il male, ma bensì ho sospeso temporaneamente i disturbi per il tempo strettamente necessario all’arrivo al traguardo.

Senza andare a disturbare la scienza statistica si può dire che una “gran” parte dei mal-di-testa siano di origine “muscolo-tensiva” e cioè causata da una o più contratture muscolari residenti nella zona tra scapole e calotta cranica. Da ciò deriva che prima di sottoporsi a esami più o meno invasivi e/o trattamenti farmaceutici sarebbe molto più saggio ricorrere ad un trattamento decontratturante tramite massaggio delle zone cosiddette bloccate, o ristrette, o raccorciate o legate e simili…