LE GAMBE “VARICOSE”
Le forze della natura agiscono secondo una segreta armonia che è compito dell’uomo scoprire per il bene dell’uomo stesso e la gloria del Creatore. Gregor Mendel
Quando le valvole di “non ritorno” di cui sono dotate le nostre vene non chiudono bene, il sangue tende a defluire all’indietro, crea un maggior peso nella zona con la conseguente dilatazione del vaso, affatica e col tempo sfianca la valvola vicina e così a catena si mette in moto quel circolo vizioso che appare agli occhi di tutti sottoforma di rigonfiamenti tortuosi sulla pelle.
Il fenomeno può verificarsi in qualunque parte del corpo, ma le gambe lo mostrano nel suo massimo “splendore”.
La circolazione sanguigna è animata dalla pompa “cuore”, ma mentre quella arteriosa beneficia fortemente di tale azione, quella venosa no, e per questo deve essere coadiuvata dal movimento della muscolatura che affianca la vena stessa per il suo “ritorno a casa”.
Da ciò è evidente che la prima medicina, sia preventiva che curativa, debba essere il movimento; un movimento lento, continuo, progressivo come il camminare (ma nel modo giusto) o il nuoto o la danza, evitando di stare troppo tempo fermi in piedi o seduti. Da bandire o almeno limitare i tacchi alti e le suole rigide che impediscono “l’effetto pompa” del sollevamento del tallone da terra col petto del piede ancora poggiato, e magari privilegiare quanto e più possibile l’uso dei piedi nudi. (vedi l’articolo “Piedi nudi, benessere o tendenza?”)
Neanche il letto si può affermare terapeutico, ma nel tempo che lo si impiega si dovrebbe avere l’accortezza di sollevare di pochi cm la base ai piedi dello stesso in modo che durante il riposo, una gentile forza di gravità agevoli il ritorno del sangue verso il cuore.
È inutile dire che il sovrappeso sia un aggravante di questa condizione, ma dopotutto per quale altro stato di mancanza di salute non lo è altrettanto?
L’alimentazione, anche qui superfluo ripeterlo come in tutti i discorsi della medicina naturale, è fondamentale sia nella causa che nel perdurare del disturbo, e dovrebbe quindi essere improntata alla maggiore vicinanza possibile a quella fisiologica del genere umano, adatta a donare un sangue fluido e leggero con vasi liberi da depositi per un suo veloce e leggero fluire. I consigli dell’occasione come il mangiare abbondanti crudità di verdura e frutti rossi e/o molto acquosi certo sono corretti, ma insufficienti se inseriti in un contesto alimentare sbagliato ed improntato al comune ed illusorio replicare del “mangiare un po’ di tutto….”. (vedi articolo “Mangiare, Alimentarsi, Nutrirsi”)
Suggerirei per un eventuale aiuto generico, l’assunzione di macerati glicerici come “ippocastano” e “castanea vesca” che agiscono in sinergia anche sulla ritenzione idrica (vedi l’articolo “Drenaggio Naturale” ), tisane di “olmaria”, ginnastica posturale e stretching specifico, interventi di idroterapia tipo Kneipp (freddo-caldo), trattamenti di massaggio linfodrenante dolce tipo Vodder ed in ultimo semplicissime sedute di “gambe all’aria” (supini sul pavimento e gambe distese in alto appoggiate alla parete).
In conclusione, nella visione della medicina naturale dei vecchi Pitagora o dei nuovi Tilden, per ogni disturbo del nostro corpo non esiste una sola causa da curarsi con una specifica medicina, ma bensì uno stato di squilibrio dell’intero sistema psico-fisico che si manifesta in modo diverso sia nel tempo che nei soggetti e che non può giovarsi di rimedi estemporanei per quanto magari “intriganti o ipertecnologici” ma bensì in una, per quanto banale ma pare assai complicata oggi, modifica dello “stile di vita”.
❞ Gli uomini discutono, la natura agisce. Voltaire
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XOI = Centro Studi Olistici Ippocrate